Accademia di magia Fleur du Pêcher

Banchetto di Benvenuto

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view post Posted on 7/9/2008, 15:06

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Princesse
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Petite Paris, la parte magica della città francese

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La Sala del Simposio era un’ampissima sala ottagonale dalle alte pareti blu notte costellate d’argento e il soffitto a volta dominato da un enorme lampadario di pietra di luna, argento e diamanti, su cui brillavano le Candele Sempiterne, calde d’inverno e fresche d’estate.
Lungo sette delle otto pareti scintillavano le 900 statue dei Gran Maestri del Priorato di Sion, affiancati dalle belle Princesses.
Lungo l’ottava parete correva il tavolo di cristallo dei professori, al centro del quale spiccava il mastodontico trono di diamante, argento e pietra di luna a forma di Fleur de Lis.
Attorno ai tre tavoli tondi dei Jardins, giovani maghi e streghe attendevano impazienti, tendendo il collo verso i portoni argentati.
Improvvisamente, i grandi portali si aprirono, spandendo nella sala gremita un dolce profumo di Fleur de Lis mentre la lieve musica di flauti tipica del medioevo, la musica di re Artù, degli elfi e delle fate, riempiva le menti e le orecchie di tutti.
In quel profumo e in quella musica, tra due ali di Guardiens in alta uniforme, avanzava lentamente una giovane dai lunghi boccoli dorati.
Gli occhi blu notte, incredibilmente belli, erano fissi sul trono; le labbra carnose, tinte di blu, erano appena schiuse e le lunghe ciglia scintillavano della polverina blu e argento sparsa sulle palpebre.
La pelle candida brillava e lo sfarzoso abito di seta blu e tulle riluceva di piccoli zaffiri blu, diamanti e lapislazzuli.
Le mani, giunte sul ventre a reggere un Iris delle Paludi, fiore di cui il Fleur de Lis è l’alterazione grafica, avevano le unghie lunghe e ben curate, laccate di blu e decorate di stelline argentee.
Da una catenella argento che portava appesa al collo, pendeva una chiave d’argento la cui impugnatura era, ovviamente, a forma di Fleur de Lis.
La giovane - non poteva avere più di diciott’anni – raggiunse lentamente il trono e vi si sedette sullo scemare della melodia, seguita dagli sguardi incantati dei presenti.
Volse intorno lo sguardo, nel silenzio più totale, poi porse la mano al giovane neo-vice preside, Pierre, e si alzò con lui.

“Bienvenue au banquet, les garçons et les filles!” disse con un sorriso incantevole la ragazza. “Je suis la princesse Jacqueline de Molay, directeur de l'Académie”
Applausi.
La Principessa si guardò di nuovo intorno; poi si volse verso i Portali e fece un cenno. Subito, le porte d’argento si aprirono e lasciarono entrare una schiera di cavalieri in fila ordinata. Tutti portavano lo stesso mantello: bianco con la croce scarlatta dei Cavalieri del Tempio, i Templari.
Il primo della fila, un uomo di circa cinquant’anni, alto, brizzolato e con penetranti occhi neri, era il Gran Maestro, Etienne les Violette, colui che aveva cresciuto la principessa dopo la morte della madre, tre giorni dopo la nascita di Jacqueline.
Etienne reggeva un cuscino blu su cui era posata una Croix d’Argent, la Croce d’argento tramandata di Madre in Figlia.
L’uomo s’inginocchiò ai piedi del trono e porse il cuscino a Jacqueline; che, presa la croce con dita tremanti, la indossò.

“Le Prieuré de Sion ha sede nel Palazzo,” spiegò Jacueline “chiunque di voi ne voglia far parte, dovrà farne domanda a me o ad Etienne - e indicò con un cenno l’uomo, in piedi alla sinistra del trono - e noi valuteremo se accettare o meno la domanda”
Un brusio si sparse per la sala, mentre tutti osservavano incuriositi l’abbigliamento dei membri del Priorato.
“Excusez-moi, Majesté, ” disse un giovane bruno del 1° Corso a Violette.
“Oui?” fece la Principessa posandolo sul ragazzo uno sguardo incuriosito.
“Ho notato un’anomalia: i Cavalieri indossano gli stessi mantelli portati da les Templiers anni addietro...”
Un mormorio d’assenso pervase il salone.
Gli occhi di Jacqueline saettarono verso Etienne, in cerca di consiglio.
L’uomo intervenne.

“Non abbiamo nulla a che fare; il Simbolo è in onore della discendenza di de Molay: la Principessa” spiegò mentre Jacqueline si rilassava.
“Domani inizieranno le lezioni, siete pregati di rispettare le regole e per qualsiasi cosa, il mio ufficio è sempre aperto!” disse la ragazza; poi mosse la mano verso una piccola fatina azzurra.
Quella, a tutta velocità, si tuffò nelle cucine dalle quali, dopo poco, emersero sciami di fate cariche di ogni bendiddio.
Dopo il lauto banchetto, tutti i ragazzi tornarono ai loro Jardins, sazi e sonnacchiosi, mentre la preside e i professori si trattennero ancora per discutere e del più e del meno.


Edited by *::*JaQueLinEdEMolAy*::* - 6/5/2010, 17:23
 
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Je Evans
view post Posted on 6/5/2010, 16:21




Andromaca entrò nella sala del banchetto e per l'ennesima volta da quando si trovava a petite paris rimase a bocca aperta. La sala sembra uscita da una favola, le pareti scintillanti d'argento su sfondo blu notte, il grande lampadario di pietra lunare, scintillante grazie a miriadi di candele che producevano barlumi impressionanti.
Si accomodò al tavolino rotondo della sua nuova casata e attese. Nella stanza c'era fermento, si attendeva concitati l'arrivo della Principessa che avrebbe dato il benvenuto ai nuovi arrivati.
Al suo ingresso si propagò per la sala musica che sembrava uscita da secoli addietro, della quale risuonavano le pareti, il soffitto i tavoli..
E un profumo di fiordaliso le invase i sensi inebriandole la mente.. Eccola entrare nella sala, bellissima nel suo vestito, circondata dai cavalieri templari, importanti nelle loro divise eterne.
La principessa affermò che se si era all'altezza si poteva diventare templari.. Come lei aveva sempre sperato..
Alla fine della bellissima cerimonia arrivò il cibo saziante, squisito, inimitabile..
E tutto com'era iniziato finì e Andromaca si trovò a percorrere la strada verso la sala ricreativa..
 
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view post Posted on 8/5/2010, 17:05
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medio

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Yolanda entrò nella magnifica sala del Simposio. Molti altri studenti erano già arrivati. La principessa iniziò il suo discorso di benvenuto. Alla fine di quello i ragazzi si disposero lungo i tavoli delle loro case. Sul suo tavolo spiccavano delle candide rose bianche. Il bianco l'avrebbe accompagnata per tutti gli anni a venire. Sperava tanto di trovare degli ottimi amici in quella scuola così illustre. Il banchetto fu magnifico, come le era stato descritto. Sazia e stanca per le emozioni della giornata, si avviò con i suoi nuovi compagni in sala comune. Le lezioni sarebbero iniziate l'indomani, doveva riposarsi. Anche se doveva finire di disfare il baule...
 
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Cocoi
view post Posted on 17/5/2010, 20:10




Mai si sistemò al tavolo dei Blanc Rose.
* Cosa succederà ora? *
La folla rumorosa tutto ad un tratto si zittì.
Entrò una ragazza.
Doveva essere la famosa principessa de Molay, tutta vestita di azzurro, in un'eleganza difficile, se non impossibile da eguagliare.
Un uomo le diede una croce si un cuscino.
Lei ribadì che in caso qualcuno fosse stato abbastanza degno di questo titolo, avrebbe potuto diventare templare.
Finiti il discorso ed i chiarimenti, tutto tornò alla normalità, e l'atmosfera regale che c'era stata fino a pochi secondi prima sparì con l'andarsene della principessa.
Dopo aver mangiato, Mai tornò nella sala ricreativa con i suoi compagni.

 
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3 replies since 7/9/2008, 15:06   127 views
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